La pianta Stevia sta conquistando il mondo, dicono alcuni siti di informazione e storici, seppur con una certa dose di simpatica ironia.
Eppure se analizziamo il trend degli ultimi anni non si può non notare che una pianta così sconosciuta, in Italia, ma con una origine nobile e antica (http://www.storiain.net/storia/stevia-storia-del-dolcificante-che-sta-conquistando-il-mondo/) sia diventata un “must” per i cultori della salute alimentare, dello sport, del gusto di prodotti come dolci e marmellate i quali sono oggi reperibili senza zucchero e con l’estratto della pianta di Stevia al posto del più noto e abusato prodotto edulcorante.
Ora, senza dilungarsi in analisi storiche ed in avventurose ed esotiche visite in lande come la foresta paraguaiana, alla frontiera con il Brasile e l’Argentina, sarebbe interessante capire che il prodotto che sta pensionando lo zucchero ed altri edulcoranti è stato scoperto in tempi abbastanza lontani da adesso.
Infatti la pianta di Stevia nasce e cresce in natura, dove scorre il fiume Paranà, nella zona adiacente alle cascate di Iguaçu; ma non è mai uscita dai confini di un utilizzo tradizionale delle tribù locali proprio come condimento edulcorante.
Almeno fin quando un ricercatore di origini svizzere-italiane la scoprì e la studiò.
Si trattava di Giacomo Bertoni, lo scienziato che, sul finire del XIX secolo si trasferì in Paraguay avviando le sue ricerche, valorizzando la pianta di Stevia o Ka’à he’è, nome con cui le tribù Guaranì chiamavano l’“erba dolce” .
IL nostro scienziato, ricavando alcune notizie da fonti storiche relative alla colonizzazione spagnola ed alle prime testimonianze circa “la pianta dal sapore del miele” , scoprì che questa pianta aveva doti di gusto eccezionali in quanto godeva di un potere dolcificante 300 volte superiore a quello del componente concorrente più diffuso allora e cioè il saccarosio della canna da zucchero.
Ma l’estratto di questa pianta di Stevia aveva un vantaggio ineliminabile: la mancanza di calorie.
Questa ragione portò a intuire il futuro che oggi è realtà: la capacità dell’uomo di capire il proprio benessere alimentare e di perseguirlo senza privarsi del gusto necessario per le proprie esigenze sul piano del piacere di bevande o alimenti.
IL resto è storia di oggi, seppur con una serie di passaggi che vedono l’Occidente e l’Italia agli ultimi posti, cronologicamente parlando, circa l’adozione di questo prodotto eccezionale.
Se teniamo presente che l’estratto è stato autorizzato nel dicembre 2011 nell’Unione Europea non è peregrino dire che sono passati cent’anni da una scoperta rivoluzionaria, prima che essa diventasse patrimonio di tutti.